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Spesso gli storici si chiedono se, nel divenire del sapere umano, prevalgano momenti di frattura oppure decise linee di continuità. La questione interessa naturalmente anche la storia delle scienze biomediche dal Cinquecento al Settecento, costellata di opere che hanno rappresentato, fin dal loro apparire, un elemento di assoluta novità: sono i libri-manifesto, ciascuno dei quali sconvolge i consolidati schemi delle conoscenze acquisite, senza pero? rescindere i legami con la tradizione. Inserendosi in un dibattito storiografico ancora attuale, Renato Argelà traccia qui una sintetica, ma esaustiva storia della medicina di età moderna, attraverso l'utilizzo di uno stile apprezzabile anche dal lettore non specialista e adottando i registri metodologico-interpretativi propri della storia della cultura di scuola anglo-europea.